Le attività di formazione del CREIFOS

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Il CREIFOS svolge attività di formazione sui temi dell’intercultura, dell’inclusione sociale di migranti e rifugiati, della formazione allo sviluppo e della pedagogia sociale e interculturale.

Le attività di formazione sono generalmente rivolte a operatori educativi e sociali (insegnanti, educatori, assistenti sociali, operatori sociali) e al personale dei servizi che intendono acquisire competenze pedagogiche e interculturali (in servizi pubblici e privati).

L’approccio formativo adottato intende promuovere un intreccio tra teoria e prassi, tra momenti di riflessione, di tematizzazione e di approfondimento e momenti operativi e concreti, tra apprendimento di conoscenze nuove e verifica sul campo della loro utilità. Attraverso il controllo e il monitoraggio del proprio sapere, quale emerge dalla riflessione sull’esperienza e dall’analisi delle competenze possedute, il soggetto determina le condizioni per l’”ancoraggio” di nuove conoscenze e competenze alle precedenti esperienze formative ed esistenziali e, per conseguenza, struttura la capacità di riorganizzare ciò che già conosce, in termini di nuove variabili e categorie con cui interpretare i fatti reali, così acquisendo un sapere nuovo rispetto a quello che già possedeva.

Più che predisporre un “corso” di formazione per soggetti in età adulta, si tratta, pertanto, di lavorare insieme a loro alla costruzione di percorsi formativi personalizzati ed individualizzati. È necessario affermare con maggior forza la centralità del soggetto che apprende mettendo in moto un processo di autoformazione. E’ noto, infatti, che la competenza autoformativa consente al soggetto di continuare ad “apprendere” anche successivamente.

La validità di un’esperienza formativa dipende, in ultima istanza, dal senso che gli individui possono attribuirvi rispetto al loro itinerario. Un episodio formativo conta qualcosa per un individuo, nella misura in cui ciò che gli viene proposto contribuisce ad un suo progetto, o facilita un processo, di cui può avere maggiore o minore consapevolezza, di crescita personale o professionale, di cambiamento, un processo che corrisponde ad una tappa significativa del suo itinerario biografico.

Il complesso elenco di problemi e proposte che ne discende può essere sinteticamente riorganizzato attorno a quattro principali dimensioni:

– la qualità intrinseca dell’azione formativa, con attenzione alla continuità dell’azione formativa, alle metodologie didattiche, alla scelta dei docenti e dei contenuti;

– il collegamento tra esperienza pratica ed elementi di formazione teorica, con attenzione al  collegamento tra la formazione e i problemi lavorativi. Si tratta quindi di evitare di riprodurre modelli tradizionali d’insegnamento scolastico, basati principalmente sulla trasmissione di conoscenze e nozioni teoriche;

– il coinvolgimento dei partecipanti. Ci si riferisce a un modello pedagogico partecipativo, che fa appello alla responsabilità e al coinvolgimento attivo dei partecipanti, che, in quanto esperti e competenti in riferimento alla condizione che li riguarda, non possono quindi essere considerati come terminali passivi dell’azione;

– la formazione come luogo di scambio di esperienze e come ricerca-azione. Si fa riferimento alla necessità di predisporre occasioni di confronto tra esperienze diverse dove gli adulti in formazione possano confrontarsi per riflettere criticamente sulle loro pratiche professionali e dove possano sperimentare, affiancati da supervisori, nuove strategie di intervento attraverso un percorso di ricerca-azione. Per ricerca-azione si intende un modo di concepire la ricerca che si pone l’obiettivo non tanto di approfondire determinate conoscenze teoriche, ma di analizzare una pratica relativa ad un campo di esperienza (ad esempio, la pratica professionale) da parte di un attore sociale con lo scopo di introdurre, nella pratica stessa, dei cambiamenti migliorativi.